Il vecchio trucco del formaggio non funziona più
I topi sono ritenuti dai naturalisti degli animali estremamente intelligenti tanto che hanno saputo superare le diverse sfide ambientali che si sono susseguiti negli anni. I topi, originari dell’Asia, hanno iniziato a colonizzare il Mediterraneo nell’ 800 e oggi la loro presenza è così diffusa che si stima che ci sia un topo per ogni individuo.
In realtà, con il termine topo si indicano il Mus musculus, Rattus norvegicus e
Rattus rattus, roditori che da sempre hanno uno stretto rapporto con l’uomo. D’altronde, in ogni cultura, la figura del topo è presente in aneddoti e fiabe.
Topi: roditori intelligenti e difficili da eliminare
I topi sono animali infestanti e sono proprio le loro caratteristiche a renderli davvero difficili da debellare. Questi abili roditori possono contare su un odorato molto sviluppato che permette di riconoscere i percorsi da loro segnalati con urina e secrezioni, tanto che, anche se catturati e liberati lontano dall’abitazione, riescono facilmente a ritornare percorrendo grandi distanze. La vista poco sviluppata, abituata soprattutto all’oscurità, è compensata dalla loro capacità uditiva che consente di percepire gli ultrasuoni che vengono utilizzati per orientarsi.
Una volta che i topi entrano in un luogo difficilmente lo lasceranno, soprattutto se trovano cibo e riparo. Tra i vari mezzi per eliminarli, ci sono anche soluzioni più “delicate” che consentono di allontanarli. Si tratta di prodotti repellenti organici a base di estratti di origine naturale biologica e granuli di mais, privi di odori ed effetti collaterali per le persone e gli animali domestici, che vanno a creare una barriera invisibile che impedisce ai topi di avvicinarsi. L’obiettivo di questi bio-repellenti è quello di trovare una soluzione più in linea con la natura, priva di elementi chimici e capace di scatenare degli stimoli sensoriali sgradevoli per i roditori, ma non sempre sono sufficienti.
Quando il formaggio non basta più come esca
Una particolarità che contraddistingue i topi e i ratti è il gusto molto definito che permette a questi infestanti di sapere se a priori se un cibo è adatto o nocivo. In realtà, come affermano i più esperti derattizzatori, questi animali vanno proprio “presi per la gola”. Tuttavia, se si pensa che il formaggio sia il cibo più ambito, si resterà sorpresi dal sapere che i topi preferiscono cioccolato, frutta e cereali…
Infatti, i moderni rodenticidi, come le classiche esche da lasciare nei posti in cui si è notata la presenza dei topi, sono a base di molecole di veleno di nuova generazione, del tutto innocue per l’uomo e per gli altri animali, ma che vengono rese appetibili grazie a sapori familiari per i roditori. Addirittura esistono prodotti con aromi scelti in base alla zona del mondo in cui ci si trova: dagli scarti dei fast-food londinesi al pane tostato italiano passando al grasso di maiale della Germania.
Topi: chi li ama e chi li odia
Se tra le paure più diffuse c’è sicuramente la musofobia (termine che si rifà al latino mus) che fa provare una sensazione di terrore e repulsione per tutti i roditori, anche alla semplice vista di una foto, c’è anche chi ama i topi tanto da averli fatti diventare dei veri e propri animali da compagnia.
La paura dei topi è spesso scatenata da qualche brutta esperienza avuta con questi roditori e solitamente sono più le donne a provarla. Anche Franz Kafka, in realtà, aveva una terribile paura dei topi tanto che ne parla in una lettera che scrisse al suo amico Max Brod. Una ricerca condotta negli Usa ha evidenziato, invece, che il 73% delle persone intervistate teme addirittura che un topo possa spuntare dal water per aggredirle.
Dal mondo anglosassone, però, arriva una tendenza opposta, quella dei fancy rats. Si tratta di ratti norvegesi che vengono appositamente selezionati per essere più docili e socievoli con gli umani tanto che riescono a stabilire uno stretto legame con chi si prende cura di loro, quasi al pari di un cagnolino.
Qui di seguito abbiamo trascritto il testo un interessante articolo della rivista Airone, mensile della Mondadori, del Luglio 2015, in cui spicca il signor Massimo Donadon fondatore dell’azienda Mayer Braun Deutschland, il tanto riconosciuto a livello internazionale per aver derattizzato grandi metropoli in tutto il mondo. La sua grande specialità, per la quale è conosciuto in tutto il mondo, è quella di saper cacciare topi e ratti con assoluta determinazione, nel rispetto dei parametri di sicurezza, delle attuali normative, dell’ambiente e della salute dell’uomo con esche golose per topi e ratti.
IL VECCHIO TRUCCO DEL FORMAGGIO NON FUNZIONA PIÙ
Come tenere a bada l’implacabile avanzata dei topi che da diecimila anni stanno colonizzando il pianeta? Qualcuno li stermina con i veleni, altri li mettono in fuga dalle loro case. Altri ancora li amano svisceratamente, al punto da selezionare alcune varietà e trasformarli in animali da compagnia. di Rossana Rossi
Sono intelligenti, astuti, hanno capacità sensoriali molto sviluppate e un fortissimo istinto di sopravvivenza. Sono i topi delle specie Mus muscidus, Rattus norvegicus e Rattus rattus, quei prolifici roditori la cui storia è indissolubilmente legata a quella dell’uomo. Probabilmente originari dell’Asia centrale, si sono diffusi nel Mediterraneo fin dall’8000 avanti Cristo, arrivando a estendere la loro presenza praticamente in qualsiasi parte del pianeta, anche nelle lande più desolate. Negli Stati Uniti, i ricercatori calcolano che ci sia un topo per ogni cittadino, ma ben 14 per ciascun newyorkese. In Italia, secondo alcune stime, oltre dieci milioni di roditori popolerebbero città come Roma, Milano e Napoli. In effetti, non c’è forse animale la cui storia non si leghi tanto intimamente a quella dell’uomo. Come sottolinea lo scrittore francese Michel Dansel, grande appassionato di topi, non dobbiamo stupirci del posto privilegiato che questo animale ha occupato nelle diverse civiltà: la letteratura di tutti i Paesi è ricca di aneddoti che lo coinvolgono e di leggende spesso inquietanti, come quella del pifferaio di Hamelin, il magico incantatore capace di liberare la città dal flagello dei roditori.
I numeri dei mammiferi più numerosi del pianeta
20 miliardi: popolazione mondiale dei gatti
12 miliardi: popolazione mondiale dei topi
2.197.000: di cuccioli che una coppia di topi può generare in 9 anni
40 centimetri:
lunghezza massima del Rattus norvegicus che può arrivare a pesare quasi un chilo.
GROVIERA Contrariamente a quanto si crede, ai topi non piace il formaggio. Ad affermarlo è una ricerca della Manchester Metropolitan University. I piccoli roditori preferiscono alimenti con un' alta percentuale di zuccheri, come i cereali e la frutta.
Una “macchina” formidabile
I naturalisti considerano i topi animali eccezionali, organismi praticamente perfetti che han no saputo superare innumerevoli sfide ambientali. L’odorato molto sviluppato permette loro, oltre che di segnare il territorio, di seguire percorsi marcati con urina e secrezioni genitali. Mentre la vista è scarsa, adatta al buio e incapace di distinguere i colori, l’udito acutissimo è in grado di percepire anche gli ultrasuoni. Il senso del gusto, che permette loro di scegliere cibi adatti e rifiutarne altri, è la caratteristica che i derattizzatori sfruttano per liberarsi dei fastidiosi inquilini che popolano le case. Fra i maggiori esperti in questo campo in Italia spicca Massimo Donadon, che gli amici chiamano scherzosamente Sorzon, in dialetto “topone”, titolare della Mayer Braun Deutschland, un’azienda di derattizzazione e produzione di repellenti per roditori che ha sede a Carbonera, presso Treviso. Secondo Donadon, le loro abitudini alimentari sono la chiave di tutto. «Il vecchio trucco del pezzo di formaggio», spiega, «non funziona più. Da quando i topi hanno lasciato la campagna per stabilirsi nelle città o negli insediamenti industriali, si sono abituati a mangiare, e con il tempo ad apprezzare, quello che trovano sul posto. E allora bisogna saperli prendere per la gola, offrendogli i bocconi più consoni ai loro gusti». La sua idea consiste nella creazione di esche trattate con molecole di veleno di nuova generazione, innocue per l’uomo e gli altri animali, “aromatizzate” con i sapori del posto. A New York si è dimostralo vincente un composto a base di margarina, con profumazioni che vanno dalla vaniglia al pesce, a Londra furoreggia il sapore degli scarti dei fast food, in Germania quello del grasso di maiale. Per l’Italia Donadon ha studiato esche al sapore di pane tostato per la sua Treviso e una specie di brioche di salmone e semi di girasole, con un aroma tipo panettone, per Venezia.
In Cina il topo ha un segno zodiacale
Secondo una leggenda, il Buddha morente chiamò a raccolta tutti gli animali, ma solo 12 andarono a offrire il loro saluto, Come premio per la loro fedeltà il Buddha decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno di loro. Il topo, furbo e veloce di natura, riuscì a battere tutti gli altri e si aggiudicò il primo posto nello zodiaco cinese. Gli anni del Topo si sarebbero succeduti ogni 12 anni per 25 secoli, imprimendo nelle “persone topo” l’astuzia e l’intelligenza tipiche del piccolo roditore. Appartenendo al primo segno dello zodiaco, i nati sotto questo segno sono considerati pionieri e conquistatori. Sono versatili, capaci di trovare il loro modo per aggirare gli ostacoli e adattarsi alle varie situazioni, riscuotono in genere molto successo, ma sono diffidenti e spesso hanno solo pochi amici cari.
Molti ne hanno il terrore
Si chiama musofobia (dal latino mus, topo) e spesso chi ne soffre prova terrore e repulsione anche per tutti gli altri roditori. La paura può essere scatenata da una semplice foto o da una ripresa televisiva. A provocarla è un meccanismo protettivo generato da una precedente, anche se rimossa, esperienza traumatica avuta con dei topi. Questa fobia, tradizionalmente attribuita alle donne, in realtà interessa entrambi i sessi. Lo scrittore cecoslovacco Franz Kafka ne era terrorizzato, come scrive nel 1917 in una lettera all’amico Max Brod: «È purissimo terrore quello che sento, ed esplorarne le origini è un lavoro da psicanalisti». Una statistica realizzata negli Usa ha rivelato che il 73% delle persone intervistate pone fra le prime cinque paure che le attanagliano l’ipotesi, molto improbabile, di essere aggredite da un ratto sgusciato dalla tazza del water sulla quale si è seduti.
Come tenerli alla larga
C’è però anche chi i topi non vuole ucciderli ma solo scacciarli. È Carla Delfino, una dinamica imprenditrice di Siracusa che nel 2012 ha fondato l’azienda ecologica Imperial Europe brevettando Scappa Topo, un rivoluzionario bio-repellente organico a base di estratti di origine naturale e granuli di mais, dal profumo gradevole e senza effetti in desiderati per uomini e altri animali domestici, che allontana i topi creando una barriera invisibile. «Penso che sia giunto il momento», racconta, «di smettere di inquinare l’ambiente con sostanze tossiche. Il segreto del nostro prodotto sta nell’attivare una serie complessa di stimoli sensoriali, che scatenano una reazione di repellenza tale che il roditore non può fare altro che tenersi alla larga dal luogo in cui è presente ScappaTopo».
ALLONTANARLI… Carla Delfino, fondatrice di Imperial Europe, ha brevettato ScappaTopo, un repellente che tiene alla larga i topi senza ucciderli.
O UCCIDERLI? Massimo Donadon, titolare della Mayer Braun Deutschland, è un imprenditore che avvelena i topi, prendendoli per la gola.
Mickey Mouse & Co.
Se nel mondo reale i topi godono di pessima fama, non altrettanto avviene nel regno fantastico delle fiabe, grazie soprattutto alla matita di Walt Disney, il geniale creatore di Mickey Mouse, alias Topolino. Walt amava raccontare di aver dato vita al personaggio dalle orecchie tonde durante l’inverno del 1928, quando l’unico a condividere la gelida soffitta in cui lavorava era proprio un topolino, che lo sbirciava dalla sua tana. Idealista e coraggioso, capace di sfidare le avversità e nemici molto più grandi di lui, Mickey sembra incarnare agli occhi degli americani il giusto spirito per riprendersi dalla Grande Depressione, seguita al crollo di Wall Street del 1929. Il suo successo è tale anche nel resto del mondo che nel 1935 la Società delle Nazioni, l’odierna Onu, lo nomina “simbolo internazionale di buona volontà”. Ben presto il mondo dei cartoni si arricchirà di altri topi che, nonostante nella realtà siano ritenuti sgradevoli dalla maggior parte delle persone, sullo schermo diventano simpatici. Ed ecco i teneri Giac e Gus, dei quali Cenerentola non può fare a meno per recarsi al ballo di corte, i candidi Bianca e Bernie sempre in viaggio, il furbo Jerry in perenne fuga dal gatto Tom, e Stuart Little, Fievel, Speedy Gonzales fino a Remy, il piccolo cuoco appassionato di cucina francese di Ratatouille.
![]() Topolino, nato nel 1928 |
![]() Remy, il protagonista |
![]() Jerry, il topo in perenne |
Ci sono anche quelli da compagnia
Noti nel mondo anglosassone come fancy rats, sono ratti norvegesi selezionati in modo da renderli più mansueti e inclini a relazionarsi con gli esseri umani. Prodotti in un’infinità di colori, oggi sono diffusi in gran parte del mondo. Docili e intelligenti, sono pronti a seguire ovunque il padrone, salendogli sulla spalla o dormendo in una tasca. Possono comprendere il proprio nome e persino imparare piccoli esercizi e compiere percorsi simili all’agility dog.
Seguiranno molte altri articoli di varie testate giornalistiche.
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